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 PERUGIA:

Brevi Cenni Storici:

Il Leone ed il Grifo, antichi simboli di Perugia

 

Perugia, costruita in collina a circa 500 m. di altezza, era probabilmente Umbra prima ancora di essere Etrusca.

La sua posizione strategicamente dominante la fece ben presto diventare comunque una delle dodici potenti Lucumonie, le importanti città - stato Etrusche e, forse a causa della propria importanza in ambito religioso, prese più volte il comando della confederazione nelle guerre contro Roma.

Dopo la capitolazione dell'impero Etrusco fu Municipio Romano e prese parte con alterne fortune agli scontri tra l'esercito di Ottaviano (il futuro Augusto) e Lucio Antonio, che rimase per lungo tempo assediato in città.

Nel 40 a.c. Ottaviano ebbe la meglio ed un cittadino perugino, per non cedere la città in mano nemica, le appiccò il fuoco, distruggendola in gran parte.

Alcuni anni dopo, Ottaviano (ormai divenuto Augusto Imperatore) la ricostruì sotto la propria benedizione ed ancora oggi la città viene a volte chiamata AUGUSTA PERUSIA.

Nei secoli bui della decadenza dell'Impero Romano altre incursioni Longobarde e dei Goti in Italia videro l'Umbria intera e Perugia in particolare teatro di scene di Guerra. In particolare si ricorda l'assedio di Totila che vide contrapporsi la cittą guidata dall'eroico Vescovo  Ercolano in funzione di "defensor civitatis".

Nel periodo delle invasioni barbariche Perugia seppe comunque ritagliarsi un proprio, spesso sottovalutoato e sconosciuto, spazio di città eroica e guerriera. Difendette infatti da sola il cosiddetto "corridoio bizantino" che permise il collegamento tra Roma e l'allora capitale Ravenna, contro i longobardi che premevano da Sud e da Nord. Chissà cosa sarebbe stato l'occidente e l'Italia oggisenza questa difesa ad oltranza della città di quel'esiguo spazio che attraversava la penisola?

Già dai primi anni dell'XI secolo, comunque, la vita pubblica in Perugia aveva ripreso ad operare per il bene del costituito LIBERO COMUNE, con un governo popolare che lotta vittoriosamente e finisce per governare per i 4 secoli a venire sulle città vicine ed alcune tra le confinanti: Toscane, Laziali e Marchigiane.
Nel Trecento Perugia domina ormai pressocchè l'intera Umbria, parti di Toscana (tanto che Castiglion Fiorentino venne rinominato Castiglion Perugino), dell'attuale Lazio (solo nel secolo in corso Rieti verrà annesso al Lazio) e delle Marche.
Il COMUNE batte moneta e conduce guerre vittoriose contro città vicine quali Siena ed Arezzo.

Il carattere bellicoso della popolazione trova sfogo in alcuni giochi cruenti che si svolgono tra i 5 Rioni (Porta Sole, Porta S.Angelo, Porta S.Susanna, Porta S.Pietro, Porta Eburnea) tra cui spiccano la caccia al toro (un antesignana corsa tra le vie della città al modo dell'odierna Pamplona) e soprattutto la sanguinosa BATTAGLIA DEI SASSI che, per una giornata all'anno, il primo di marzo giorno di S.Ercolano, vede l'intera popolazione alternarsi al pericoloso lancio con le fionde di pietre di grosse dimensioni e allo scontro fisico con conseguenze facilmente immaginabili: alla sera si possono contare a decine i morti ed i feriti.

l nomi di condottieri si impongono in Italia con gli stendardi Perugini al grido di "Griffa Griffa, Ammazza Ammazza": Braccio Fortebraccio, i Baglioni, il Piccinino, gli Oddi, Boldrino da Panicale...

Il grande condottiero Braccio Fortebaccio (Andrea Fortebracci) in particolare conquistò gran parte dell'Italia centrale, da Bologna a Capua, a Foggia, nel tentativo di unificare soto la capitale Perugia, con trecento anni di anticipo, un'Italia che solo lui al tempo vedeva unita.

Negli stessi anni importantissime opere artistiche presero vita per mano di mirabili pittori e scultori quali : Pietro Vannucci (il Perugino), Raffaello Sanzio, il Pinturicchio, il Bonfigli, Fiorenzo di Lorenzo, il Roscetto.

Le arti ebbero grande sviluppo anche grazie alla famosa università, tra le prime nel mondo, che sin dal trecento era frequentata da Italiani e Stranieri (come ai giorni nostri).

Sino al 1540 Perugia mantiene, seppur tra alti e bassi, la propria autonomia poi, dopo aver ricoperto a volte il compito di braccio armato dei pontefici (alcuni concili si tennero in Perugia e nelle nostre Chiese vi sono alcuni papi sepolti) ed altre combattuto tenacemente la arroganza papale, deve arrendersi al potente Stato Pontificio che, a seguito dell'assedio conseguente alla Guerra Del Sale, prende definitivo possesso della città e di tutto il Centro Italia sino alla liberazione del 1861 (Regno d'Italia).

Grn parte delle stupende 70 torri medioevali di leggendaria memoria vennero fatte "decapitare" dal Papa Paolo III, per punire la superbia della popolazione e dei nobili; i quartieri più belli e lussuosi, quelli delle famiglie Baglioni, vennero inglobati nella gigantesca Rocca Paolina fatta costruire dal Sangallo per difendere il dislocamento papale di stanza in città dalla prevedibile furia dei perugini.

E se già nel 1540 i perugini si gettavano singolarmente fuori dalle mura per affrontare in corpo a corpo i papalini assedianti, nel 1859, due anni prima che nel resto d'Italia, i perugini insorsero DA SOLI contro l'odiato giogo papale e ne subirono la crudele ritorsione, con l'esercito svizzero che irruppe in città facendo strage di civili, pur subendo gravissime perdite.

Solo con la parziale distruzione dell'odiato simbolo papale (la Rocca Paolina) i perugini si liberarono però dai secoli di inerzia cui la Chiesa l'aveva costretta.

Questo per comprendere l'antico spirito battagliero della popolazione, forse oramai sopito dalla civile convivenza del secolo appena passato che ha visto comunque il forte rilancio della città CAPITALE DELL'UMBRIA dalle molteplici risorse: Agricole, Industriali, Turistiche, Artigianali.