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L'OPINIONE DEL 28/01/1999:

IL CICLONE

Piove sulle ali dorate del Grifo: una pioggia fastidiosa e battente che lo lascia intirizzito e provato e forse, per la prima volta, debole e interdetto. La Juve , o ciò che fu di essa, subisce a lungo, si lascia maltrattare come povera zebretta alle prese con i feroci artigli del "mostro alato" poi, si scuote, si sveglia e in cinque minuti fa del prodigioso volatile un implume uccellino. La Juve, come il Bari come il "convalescente" Milan, si sbarazza rapidamente di un Grifo mai così alterno, così manifestamente in preda alle sue contraddizioni: figlie legittime del suo difficile equilibrio tecnico-tattico.

 

ATIPICI

È ormai, infatti, maledettamente evidente che il sottile filo di seta biancorossa che reggeva l’equilibrio tra i reparti si è logorato sino ad una probabile rottura: inevitabile conseguenza della disposizione tattica di una squadra che, basata sulla classe di due conclamati atipici sta, ora, scontando il logorio di un centrocampo spesso in minoranza numerica e la pressione degli avversari sui sunnominati lancieri "nippo-croati": unica preziosa fonte del nostro gioco, tanto più ora che il "ciondolante" brasiliano se ne è andato per ragioni più misteriose del dogma trinitario.

 

GRIFITE

La situazione, è evidente, richiede una terapia d’urto ma le medicine vanno "pensate" con intelligenza e raziocinio mentre, per ora ,ci si muove un po’ sconnessamente come sempre e ,in ogni dove, si rincorrono voci contrastanti che vedrebbero in procinto di vestire la gloriosa maglia dei "reds" nostrani calciatori di vario tipo: mezzali in disarmo, cursori semiciechi, giovani promesse già miliardarie e centrocampisti di classe che non verrebbero mai a Perugia da loro al massimo conosciuta come " quel paesotto" alle porte di Assisi. Noi "malati di Grifo" aspettiamo notizie sperando che l’amato "ungulato" non incocci in quel ciclone conosciuto come "Luciano" che periodicamente si addensa sulle colline ad Est di Viterbo e si abbatte sulle coste di "Grifolandia" sparigliando tutti lasciando migliaia di tifosi laceri e contusi con l’allenatore di turno "nudo" e affranto sulla collinetta dell’antistadio circondato da un gruppo di irriducibili, malati come noi di "grifite": unica malattia che non distrugge ma alimenta, incredibilmente, la vita.

Claudio Cagnazzo