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L'OPINIONE DEL 22/04/1999:

CONSOLAZIONE

Costanzo, Ercolano e Lorenzo: i nostri amati Santi, uniti al Grifo in un singolare sincretismo, ascoltano le nostre preghiere e, alimentando la sventatezza calcistica del boemo, consentono ai biancorossi di vincere una partita incredibile: avvincente e risibile allo stesso tempo, perché ricca di colpi di scena e di giocate "geniali" ma, anche, di errori pacchiani e di approssimazioni tecnico-tattiche: un mix sublime e strapaesano con la Roma straordinaria interprete di un calcio: a tratti stratosferico, a tratti sconcertante con irresistibili e "lucenti" fasi di attacco alternate a "blasfemi" momenti difensivi, in cui si consente prima a Rapajc di mostrare il "divino" che si nasconde nella sua anima calcistica e poi a Hide di giustiziare la lupa con le sue essenziali rifiniture al laser.

 

SCHEMI BOSKOVIANI

Ora Boskov abbarbicato alle proprie incomprensibili freddure, gongola, convinto di avere finalmente imboccato la strada che porta alla salvezza e al cuore dei tifosi, dimenticando e/o volendo far dimenticare che: 1) il "suo" Grifo non esiste: avendo noi tutti, Domenica, assistito alla ennesima esibizione della mitica, "festosa" squadra di Castagner, che, seppure con meno brillantezza e fantasia, riesce ancora a ricompattare tra le mura amiche il suo "spirito" vincente; 2) non si vede traccia dei famosi schemi "boskoviani" forse anch’essi mai esistiti, oppure smarriti in una delle lunghe passeggiate sulla darsena del porto di Genova così cara ai grandi, inimitabili cantautori liguri; 3) fuori casa il calvario biancorosso non ha fine e forse un giorno dovremo rimpiangere i miseri punticini conquistati lontano dal Curi da Ilario: i 2 punti tanto sbertucciati che (la dea Eupalla non voglia!) potrebbero mancare alla fine dell’interregno del pittoresco "esternatore" di Novi Sad.

 

SUDDITI

Da oggi, comunque, tutti noi getteremo il cuore al di là del Tirreno per sostenere il Grifo contro l’odiato "Saraceno" di nome Cellino, perché l’amato volatile è l’unica consolazione, anche estetica, che abbiamo, circondati come siamo da un nugolo di "quaqquaraquà" di nuovo pronti ad incensare le magnifiche doti dell’"extralarge" di Torre Alfina, mai così felice di poter "giocare" con i suoi sudditi da cui dovrebbe guardarsi, più che da coloro che apertamente ma lealmente contestano il suo ruolo da autocrate in sedicesimo.

 

 

Claudio Cagnazzo