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L'OPINIONE DEL 19/03/1999:

LUDWIG

Il Grifo vola troppo basso e il gatto vicentino lo graffia, quasi, stupito che il meraviglioso volatile perda quota vertiginosamente e si esponga al "rito" delle sue unghie. Non poteva che essere così: troppo sangue ha perso "il nostro", esposto ai "disgraziati" salassi dell’opulento latifondista laziale e del saltimbanco slavo, uniti nel tarpare le ali biancorosse: il primo "sradicando" Ilario dal suo amato Curi, l’altro completando l’opera con cervellotiche decisioni accompagnate da deprimenti battute senil-infantili suscitanti un tempo simpatie ed, ora, avvizzite e controproducenti, forse come il loro autore.

CRUDA REALTA’

Il sogno della salvezza va evaporando per mostrare la cruda realtà dei fatti: 1) Il Perugia è senza allenatore, è in mano, cioè, ad un "forestiero" anziano che in passato, dicono, guidasse squadre mitiche come il Real ma che, ora, vive nel ricordo sbiadito di se stesso, circondato dalla diffidenza e, in qualche caso, da aperta ostilità; 2) il detto signore va accumulando montagne di macerie: ha infatti affossato la fiducia dei giocatori in se stessi e nel proprio semplice ma redditizio gioco; ha rimescolato all’infinito le carte come se ricercasse, egli stesso, un filo logico per poter sentirsi ancora "calcisticamente" vivo; ha depotenziato il genio nippo-croato tentando di normalizzare la meravigliosa anomalia che Hide e Milan rappresentavano; ha spento psicologicamente e fisicamente una squadra che veniva alimentata da una fiammella tenue ma caldissima, accesa da Ilario sfregando due semplici pietre: quella dell’equilibrio tecnico-tattico e quella della umiltà creativa.

 

ASPETTANDO IL MIRACOLO

Ora, in un silenzio-stampa spettrale, aspettiamo la Salernitana, sperando che il ritiro, incredibilmente, voluto da un gruppo di calciatori alla disperata ricerca di sé e del proprio tecnico, dia qualche frutto e che, Domenica, si possa rinnovellare il miracolo di una squadra che, tra le mura etrusche, riannoda sempre i fili della propria identità bifronte. Se, poi, il Grifo dovesse cadere anche al cospetto del cavalluccio marino campano, allora volgeremo lo sguardo verso Torre Alfina, sperando che il feudatario che lì abita, non faccia come Ludwig, il folle Re di Baviera: angosciosamente votato alla distruzione di sé e del suo popolo, ma, al contrario, faccia come certi Cavalieri rinascimentali capaci di riconoscere i propri errori e di richiamare a sé, con un atto di umiltà, gli "artisti" temporaneamente caduti in disgrazia.

Claudio Cagnazzo