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L'OPINIONE DEL 17/12/1998:

COMMANDOS BIANCOROSSI

Il Grifo ha vinto di nuovo, chiudendosi in una sorta di fortilizio biancorosso da cui partivano, ogni tanto, piccole e feroci azioni di disturbo guidate dai sottotenenti Hide e Milan: azioni improvvise, capaci di aprire il cuore di un esercito rossoblù ben dislocato, discretamente armato ma, privo di comandanti coraggiosi e di talento. Ha vinto, l’amato volatile, aggrappandosi ai suoi uomini migliori, difendendosi per nascondere i suoi conosciuti limiti, contrattaccando nell’unico modo possibile: con la spada possente del cavaliere croato e il fioretto stilizzato del "moderno" samurai. Ora, inevitabilmente, il nostro Napoleoncino romano, dalla sua stanza dei giochi, lancia proclami di battaglia, mostrando le sue mappe immaginarie e confondendo il suo piccolo esercito con la mitica "invincibile armata", Rivas con Sandokan, Melli con il feroce Saladino.

Piccolo esercito

Invece no, il nostro non è un grande, invincibile esercito. Il Grifo deve giocare così: compatto, ben chiuso, per proteggere la sua difesa un po’ leziosa, il suo portiere non eccelso; deve giocare con prudenza non rinunciataria, perché i suoi "esterni" di attacco non sanno difendere e lasciano il centrocampo in evidente, inevitabile inferiorità numerica; deve muoversi, il nostro piccolo esercito, nascondendo, quasi, i suoi due soldati più valorosi con le loro sofisticate armi letali.

La Battaglia

Non cedere, perciò, Ilario, al canto delle immaginarie sirene "alfiniane", ascolta il "Generale" ma, comportati, Domenica, come un saggio "Maggiore": tieni sapientemente chiusa la squadra, fa controllare il terribile Gabriel dal fido attendente Ripa, fa ringhiare il sergente maggiore Olive dietro i garretti alati di Rui, aspetta che si apra un piccolo sentiero per i tuoi due terribili "commandos", non comportarti come un Custer presuntuoso: "Geronimo" Trapattoni non ti risparmierebbe. Non ascoltare, infine, le voci provenienti dalla tribunetta posta dietro la tua panchina: ricordati che devi vincere la guerra della salvezza e che si può anche perdere qualche "battaglia", parola che, oltretutto, inizia con una "pericolosa" consonante.

Claudio Cagnazzo