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L'OPINIONE DEL 11/03/1999:

BUONISMO

Finalmente disinfluenzato, assisto alla grottesca rappresentazione messa in atto al Curi dalla premiata ditta Gaucci-Boskov che, nell’ansia parossistica di delegittimare il ricordo di Ilario, esibisce contro l’Empoli una formazione votata al ridicolo: imperniata su di una fantomatica difesa a tre, sulla dislocazione esterna del "geniale samurai", sulla compresenza in attacco del duo "adolescenziale" Bucchi-Kaviedes, sul panchinamento coatto e, nell’occasione, cervellotico del mite Petrachi e dell’esile Collonnello. L’esito nefasto delle scelte dell’accoppiata bosniaco-alfiniana è stato evitato dalla abnegazione e dalla volontà dei "grifoni", dalla contestazione intelligente e mirata dei tifosi che costringono Vujadin al cambio di rotta, dalla pochezza empolese: questa sì "fosca" e irrimediabile.

ERACLITO

Il verdetto scaturito dalla incredibile "commedia" rappresentata al Curi non può che essere così articolato: 1) Il Grifo è quello costruito da Ilario: su di esso bisogna basarsi. Ne prenda atto il "commediante" bosniaco e accetti umilmente di mettersi al servizio di schemi non suoi; 2) l’unica variabile può essere quella ipotizzata proprio da Castagner ma, per ragioni di forza maggiore, mai applicata: l’utilizzo del missirizzi Campolo nelle sole partite esterne al posto del "dolce confusionario" Petrachi; 3) I tifosi non debbono abbassare la guardia, mai come in questo caso è vero ciò che diceva Eraclito: l’armonia nasce dalla tensione degli opposti; 4) Gli stessi tifosi hanno stabilito una loro irreversibile graduatoria morale che vede in perfetto ordine decrescente: squadra, Ilario, amanti del Grifo. Gli altri sono fuori.

COMPLICITA’

La forte scelta dei "grifodipendenti" fa strame dello stucchevole buonismo imperante nei media perugini, esso sì foriero di guai, poiché, spesso, dietro le sue spalle si nasconde un triste opportunismo o, nella migliore delle ipotesi, una visione spaurita e subalterna della situazione che, invece, potrà volgere al meglio se squadra e tifosi si terranno uniti attraverso questa silenziosa complicità di fondo alimentata dall’amore per il lucente "bestione" biancorosso che, stavolta, resterà in alto, perché, per retorico che sia, non permetteremo a nessuno, tantomeno ai falsi profeti, di interromperne il magnifico volo.

 

Claudio Cagnazzo