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L'OPINIONE DEL 07/05/1999:

LA LEGGENDA

Un Grifo incompleto e vanesio, si offre al sacrificio: permettendo alla tromba di Bati, al violino di Edmundo ed al flauto di Rui di riproporre temi incantevoli e suggestivi, assolutamente incomprensibili per i nostri rudi orchestrali difensivi. Se ne torna così la banda biancorossa mortificata e scomposta con i suoi due gioielli musicali nascosti in retrovia ma, guidata da un mazziere esaltato e vociante che promette ai sui fidi di portarli al Metropolitan mentre, invece, i magnifici tifosi "grifagni" temono di ammirarli alla annuale "saga" dello Zecchino d’oro, ove l’abbraccio tra Vuja e il mago Zurlì potrebbe coronare i sogni del capocomico torrealfinese che vede avvicinarsi lo scontro con il Bari con una situazione di squadra e di ambiente molto delicata. Infatti:

STILLICIDIO

1) La partita con il Bari è decisiva e il "torvo" Fascetti non regalerà nulla ad un Presidente con cui ha già rifiutato di collaborare; 2) I "maitroppolodati" tifosi del Grifo non hanno dimenticato il torto subito e non perdonerebbero all’ormai ex allenatore Boskov e al "Paperone" romano un eventuale passo falso; 3)La squadra, orfana del suo mentore Ilario, ha sinora sopportato il peso oneroso di un campionato reso ancor più difficile dalle scelte stravaganti del Capo e, non è detto, che possa reggere sino all’ultimo questo autentico stillicidio delle cosiddette partite della vita.

IL CURI

Ci apprestiamo così alla "contesa" con i galletti, pronti a "delirare" come sempre per il "mitico" che sosterremo Domenica come non mai, armati della voce possente del tifo che giungerà sino alla luna, da dove la leggenda vuole che il Grifo assista alle partite: solitario, invisibile, maestoso, pronto a scendere dopo il 90° sopra le nuvole del Curi, da dove si possono vedere i fedeli tifosi dell’animalone, ma anche servi sciocchi, stupidi mestatori, fatui doppiogiochisti : tutta quella "orrenda" fauna che il Grifo tollera, burbero e silente, per anni ma che, poi, improvvisamente, spazza via come un fuscello, con un unico magico colpo della sua zampa: misteriosamente giovane seppur ultrammillenaria.

Claudio Cagnazzo